giovedì 16 giugno 2011

GARBO - IL MAESTRO DELLA NEW WAVE ITALIANA

Chi ha detto, che la musica alternativa di qualità, proviene solo da artisti stranieri? L’artista di cui mi accingo a parlarvi, smentisce clamorosamente, questo superficiale luogo comune. Garbo(vero nome Renato Abate), rappresenta tuttora, a mio modesto parere, il maggior esponente della new wave italiana. La scelta del nome d’arte, è il risultato di un’esperienza, presso un ufficio anagrafico, nelle cui liste, il cognome Garbo(tipico del Veneto) era alquanto ricorrente. Nato a Milano nel 1958, s’impone sulla scena musicale alternativa, già con l’album d’esordio “A Berlino…va bene”, pubblicato dalla EMI nel 1981, contenente il singolo omonimo, che scala rapidamente le classifiche. Il 1982 è già pronto il nuovo album “Scortati(forse il suo lavoro migliore)”, contenente, oltre al brano omonimo, i singoli “Vorrei Regnare” e “Generazione(la mia preferita e, sempre a mio modesto parere, un autentico gioiello della new wave made in Italy)”. Il successo del cantante e autore milanese, è in costane ascesa. Nel 1984 si propone al Festival di Sanremo con la splendida Radioclima, vincendo meritatamente il Premio della Critica, e risultando l’unica personalità di rilievo, nell’ambito del suo genere, ad aggiudicarsi un premio così prestigioso. In seguito ahimè, Garbo decide di abbandonare le atmosfere elettroniche, che gli avevano permesso, di accattivarsi la simpatia di una folta schiera di fan, preferendo addentrarsi in una nuova fase sperimentale. Da questo suo desiderio di ricerca, scaturiscono “Cose Veloci(1985)”, col quale si ripresenta al Festival di Sanremo, e l’album “Il Fiume”, il cui singolo omonimo ottiene un grande successo di pubblico. La sperimentazione continua negli anni successivi, nei quali Garbo offre il suo talento a numerose etichette indipendenti. Di questo periodo, va segnalato “Up the line(1997)”, edito dalla Discipline, col singolo omonimo cantato in inglese, quindi “Grandi Giorni(1998)”, raccolta di vecchie e nuove tracce, tra cui il singolo omonimo, rilasciato dalla FRI, l’etichetta di Claudio Cecchetto, poi ancora “Blu(2002)”, pubblicata da Mescal/Sony, contenente i bellissimi “Un Bacio Falso” e “Migliaia di Rose”, che rappresentano, con mio incommensurabile gaudio, un ritorno al pop elettronico, che lo aveva reso tanto famoso, “Gialloelettrico(2005)”, contenente il singolo “Onda Elettrica”, distribuito dalla rediviva Discipline, ed infine “Come il vetro(2008)”, pubblicato da Discipline/Mescal/Venus, che insieme a “Blue” e “Gialloelettrico”, rappresenta la trilogia cromatica, fortemente voluta dall’artista. Nel 2006 gli viene dedicato, a suo tributo, un album doppio dal titolo ConGarbo, che vede la partecipazione di band del calibro dei Baustelle, Bluvertigo, Krisma. Per chi invece desidera, innanzitutto, avere un’idea panoramica del suo lavoro, consiglio la raccolta “Garbo: The Best of Platinum(2007)”, distribuito dalla EMI, contenente i singoli incisi dal 1981 al 1987, più la versione di “Radioclima (Electroclima Mix)” del 2004. Mi auguro vivamente, che Garbo torni quanto prima alla ribalta, con le melodie elettroniche, che gli hanno fatto guadagnare l’affetto e la simpatia, di tanti della mia generazione, ma il cui apprezzamento, ne sono convinto, giungerebbe anche dai giovani d’oggi. Per adesso è tutto. Auguro suoni insoliti a tutti!

Nessun commento:

Posta un commento