domenica 6 febbraio 2011

JOHN LYDON - ICONA DEL PUNK E DINTORNI

Questa volta parliamo di un'autentica leggenda vivente, leader di due band, che hanno rivestito un ruolo fondamentale nella storia del rock: Sex Pistols e Public Image Limited.
John Joseph Lydon nasce il 31 gennaio 1956, da genitori immigrati irlandesi, a Finsbury Park, zona situata all'estrema periferia nord di Londra, nota all'epoca per l'alto tasso di criminalità. La sua famiglia, appartenente alla classe operaia(working class), si trovava costantemente in precarie condizioni economiche, ed essendo il maggiore di quattro figli, spesso doveva accudire i suoi fratelli più piccoli, a causa dei frequenti problemi di salute della madre, dovuti per lo più ad aborti spontanei. All'età di sette anni, fu affetto da meningite spinale, che lo tenne ricoverato in ospedale per un anno intero. Secondo lui, l'esperienza di questa malattia, che tra l'altro gli provocava forti allucinazioni, ha condizionato notevolmente le sue scelte di vita in età adolescenziale. Nel 1975, John Lydon diventa leader dei Sex Pistols, pietra miliare del punk britannico e mondiale, dopo che gli altri della band lo sentirono cantare "I'm Eighteen", di Alice Cooper. Ma fu il loro manager, Malcoln McLaren, in seguito considerato l'anima occulta del punk, a proporgli tale ruolo, piacevolmente colpito dal suo look, soprattutto dai capelli arancioni e dalla t-shirt, che originariamente esibiva il logo dei Pink Floyd, ma sopra il quale, egli ci aggiunse, con un pennarello, "I hate(Io odio)". Un giorno Steve Jones, chitarrista della band, affermò che i denti di Lydon erano tutti marci, e fu da questa osservazione, che ebbe origine il soprannome "Rotten(marcio)", che lo accompagnerà durante tutta la sua avventura coi Sex Pistols. La band, i cui restanti componenti erano Paul Cook(batteria) e Glen Matlock(basso), deve il nome al negozio di abbigliamento fetish Sex, di cui proprio Malcolm McLaren era titolare. Diversi sono i lavori apprezzati dai fan più affezionati, ma senza alcun dubbio, sono due le canzoni che saranno ricordate per sempre, e che scossero violontemente l'Inghilterra perbenista e bacchettona dell'epoca: "Anarchy in the UK" e "God save the Queen".
Anarchy in the UK, come si intuisce dal titolo, è un vero e proprio inno all'anarchia, e un disperato sfogo di rabbia, come reazione al disagio economico e sociale dei più giovani. Stroncata ferocemente dalla critica benpensante, attualmente l'autorevole rivista musicale Rolling Stone, l'ha collocata al n°53, fra le 500 migliori canzoni di tutti i tempi.
God Save the Queen, pensata come parodia all'inno nazionale del Regno Unito, è un profondo risentimento per i soprusi subiti dalla classe operaia, a vantaggio di pochi privilegiati, di cui la monarchia ne è il simbolo. Il ritornello "No future, no future(nessun futuro, nessun futuro)", cantato solo al termine della canzone, rappresenta uno dei manifesti più significativi del punk. Ufficialmente, il brano raggiunse il 2° posto nella classifica della "UK Singles Chart", ma nel marzo 2001, la BBC ha dichiarato che nel 1977, anno di uscita del singolo, aveva raggiunto la prima posizione, ma tale risultato venne oscurato dalla dirigenza dell'epoca.
Fra le apparizioni in TV, resta alla storia il loro intervento al programma "Today", di Bill Grundy, che venne interrotto a causa del linguaggio estremamente osceno usato dalla band.
Fu principalmente il lavoro prodotto dal binomio artistico Lydon(testi)/Matlock(musiche), a dare alla band un successo così immediato. Il declino ebbe inizio, proprio quando si decise di allontanare quest'ultimo, la cui unica colpa, era quella di appartenere ad una famiglia benestante. Verrà sostituito da Sid Vicious(il vero nome poteva essere sia John Simon Ritchie, che John Beverly, non essendo certa la sua paternità), il quale, pur non sapendo suonare, aveva però una forte presenza scenica, messa in risalto dal suo completo di jeans e giubbotto neri, i capelli a punta e un ghigno perenne. Il soprannome gli fu dato da Lydon, che aveva chiamato così il suo criceto(Sid, the Vicious, ovvero Sid, il Vizioso). La sua tragica fine, dovuta a un'overdose di eroina, a soli 21 ani, lo trasformerà nell'icona del lato più violento ed autolesionista del punk.
Fu John Lydon a decretare la fine della band, durante il concerto tenuto a San Francisco nel 1978 quando, dopo aver cantato "No fun(nessun divertimento)", domandò al pubblico:"Mai avuto la sensazione di essere stati imbrogliati?".
Archiviato il progetto Sex Pistols, nello stesso anno John Lydon darà vita ai PIL(Public Image Limited), nome che scelse pensando al libro "The public image(l'immagine pubblica), della scrittrice scozzese Muriel Spark, che parlava di un'attrice terribilmente egocentrica. "Ah!", pensò Lydon, "Un' immagine pubblica...limitata!".
Il sound dei PIL, estremamente innovativo e punto di riferimento per molte band future, è caratterizzato da un misto di elettronica, suoni tribali, ed atmosfere dark. Il loro primo singolo è Public Image, che arrivò al 9° posto nella chart inglese. Ma il grande successo arriverà nel 1983 con "This is not a love song(titolo originale Love song)", che raggiunse in madrepatria la quinta posizione. Per ottenere un nuovo successo commerciale la band, di cui John Lydon sarà il solo elemento fisso, dovrà attendere fino al 1986 con "Rise"(11° posto).
Riguardo alla discografia, vi segnalo innanzitutto "Never mind the bollocks, Here is the Sex Pistols", ovvero l'unico album registrato in studio dalla band.
Nell'ambito della discografia dei PIL, decisamente più generosa, raccomando:
"First Issue", il loro primo album, che contiene "Public Image";
"Metal Box", che pur non avendo conseguito un eclatante riscontro nelle vendite, resta il lavoro più apprezzato dalla critica;
"Album(Compact Disc nella versione cd e Cassette nella versione musicassetta)", da cui verrà estratto "Rise", vanta la collaborazione di artisti del calibro di Ginger Baker(batterista dei Cream), il musicista giapponese Ryuichi Sakamoto e Steve Vai, uno dei più grandi chitarristi del pianeta, che esordì con la band di Frank Zappa;
per chi vuole prima avere un'idea generale della band, nel 1990 è stata pubblicata la raccolta "The Greatest Hits, So Far".
Per il reparto video, consiglio caldamente "The Punk Rock Movie", girato in Super 8, dal disc jokey Don Letts, autentica testimonianza video del punk. Ma immagino che i collezionisti non vorranno rinunciare a "The Great Rock'n'Roll Swindle(La Grande Truffa del Rock and Roll)", fortemente voluto da Malcolm McLaren, dove però John Lydon e Sid Vicious non prendono parte, ma vengono inseriti successivamente, con immagini di concerti ed interviste riprese in passato.
Per chi ama la lettura, non c'è alcun dubbio: "No Irish, No Blacks, No Dogs-Johnny Rotten, l'autobiografia", contenente le dichiarazioni, di tutti i protagonisti della scena punk anni '70, e gli estratti delle deposizione giurate, relative alla causa legale per i proventi dei
Sex Pistols, intrapresa nel maggio del 1978, nei confronti di Malcolm McLaren dallo stesso John Lydon, e vinta da quest'ultimo il 16 gennaio 1986. A questo riguardo, è importante ricordare, che John Lydon si adoperò, affinchè anche la madre di Sid Vicious ricevesse la sua parte.
Il libro dimostrerà, che la stampa dell'epoca tendeva a demonizzare la band, soprattutto in merito alla questione sulla droga. In realtà solo Sid Vicious faceva uso di droghe pesanti, mentre John Lydon provò l'eroina una sola volta, perchè si sentì così male, da non voler più ripetere l'esperienza. Steve Jones invece, fu dipendente dall'eroina , solo dopo lo scioglimento dei
Sex Pistols, per un periodo di circa due anni.
Fra le varie collaborazioni di John Lydon, insieme ad altre band, interessanti sono:
"Animal speaks", cantata insieme ai Golden Palominos;
"World Distruction", facente parte del progetto Time Zone, che coinvolgeva, tra gli altri, gli Afrika Bambaataa.
Entrambe sono contenute nella compilation "After the Anarchy", stampata nel 1993 dalla Connoisseur Collection.
Da ricordare infine, l'esperienza cinematografica di John Lydon, nel ruolo di protagonista in "Copkiller", pellicola del 1983, diretta dall'italiano Roberto Faenza e che annovera, fra gli interpreti, un mostro sacro come Harvey Keitel.
Negli ultimi anni poi, c'è stata la reunion sia dei Sex Pistols, che dei PIL.
Tutto questo da un ragazzo, che in tenera età, era stato penalizzato dalla grave indigenza della sua famiglia, un ambiente sociale sfavorevole e gravi problemi di salute. Davvero niente male! Per adesso è tutto. Auguro suoni insoliti a tutti!

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